
L’ispettore Jules Rosset deve rinunciare ad Alma, la colf dallo “sguardo” speciale?È una fredda sera di metà dicembre quando alla Radici & Figli, azienda di arte sacra, divampa un incendio. I resti di un cadavere carbonizzato e una misteriosa scritta in arabo sono gli elementi con cui l’ispettore Jules Rosset si ritrova a fare i conti. Come se non bastasse, Alma ha altri pensieri per la testa.Per fortuna il Natale si avvicina e Rosset può approfittarne per riappropriarsi della sua collaboratrice più preziosa insinuandosi nelle pieghe più imprevedibili di questa misteriosa vicenda. A mali estremi, estremi rimedi.
Dettaglio del libro
Titolo del libro: A mali estremi (La colf e l'ispettore Vol. 3) PDF
Categoria del libro: Libri,Gialli e Thriller,Mistero
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Lunghezza stampa=320
Venduto da=Amazon Media EU S.à r.l.
Scrivere un libro giallo, tutto sommato, per un autore di qualità accettabile, non dovrebbe essere difficile: basta pensare ad un intreccio soddisfacente, da dipanare progressivamente; arricchirlo con personaggi interessanti e gradevoli, da riproporre magari in altri libri successivi; condirlo con dialoghi il più possibile essenziali e calzanti che rispecchino al meglio la personalità dei vari interlocutori; spruzzarlo di un po' di azione e di suspence e poi risolverlo definitivamente solo nelle ultime pagine, con un finale più o meno imprevedibile che soddisfi le aspettative sia dei personaggi che dei lettori già totalmente coinvolti. La “ricetta” sembrerebbe relativamente facile ed infatti gli autori di libri gialli sono oramai tantissimi. Ma com’è possibile allora che Valeria Corciolani riesca ad apparire, ogni volta, così unica ed irripetibile? Forse la risposta è semplice: la ricetta è sostanzialmente sempre la stessa, ma è la “cuoca” ad essere magistrale ed estremamente innovativa, perché riesce, col suo grande talento, a modificare i dosaggi degli “ingredienti” e ad inserire sue spezie particolari, fino a cambiare completamente il “sapore“ del prodotto finale. Questo fa Valeria in tutti i suoi libri e questo ha fatto anche in “A MALI ESTREMI”.Il libro comincia con un incendio, con qualcuno che fugge e con un testimone impaurito che si nasconde. Poi sul luogo del misfatto si ritrovano i resti di un cadavere ed una scritta misteriosa su di un muro, e allora si comincia ad indagare e ritornano in gioco, per la terza volta, l’ispettore Rosset e la recalcitrante Alma Boero. Oramai li si conosce e ci potrebbe essere il rischio di incappare in qualche situazione ripetitiva, ma con la “cuoca” Corciolani questo è impossibile: lei cambia il dosaggio degli ingredienti ed ecco che i due personaggi presentano al lettore nuove loro caratteristiche e nuovi stati d’animo, ora per la prima volta descritti e sviscerati per la gioia di chi legge. E poi agli altri personaggi già noti ne aggiunge di nuovi, “protagonisti” anche loro, perché perfettamente definiti, interessanti, diversissimi e - come sempre, grazie a Valeria - assolutamente “vivi”. Questo le riesce perché lei è intelligente, spiritosa e ironica, e nella vita reale si guarda intorno continuamente, memorizzando ogni cosa; poi, quando ha bisogno di un personaggio nuovo, se lo inventa perfettamente, attingendo le informazioni dal suo cervellino (: diminutivo esclusivamente affettuoso!) “firmato Cartier” o dal suo quadernetto – che, forse, appare anche in foto su Facebook – dove riporta i suoi appunti con una scrittura ordinata, precisa e rotonda, estroversa anch’essa come lei. Il lettore così incontra per la prima volta Didier, un emigrato ancora legatissimo alla sua terra e non ancora inserito nel paese dove cerca di vivere; Arturo Rimassa, un pensionato disperatamente solo ed ancora aggrappato al suo vecchio lavoro e al suo maniacale senso dell’ordine; don Andrea, leale, onesto e sinceramente disponibile verso chiunque abbia bisogno di aiuto e solidarietà; il signor Giampiero che, pur facendo parte della “fauna” umana di Chiavari, è invece sempre più somigliante alla sua “flora”; la signora Mavi, elegante ed agiata, che con la sua arguzia ed intelligenza è la versione “smart” della già nota Alfonsina, suocera di Alma Boero. In aggiunta a questi, poi altri personaggi, tutti disegnati con tanta sapienza dalla Corciolani che il lettore quasi quasi si convince di averli già visti o conosciuti nella propria città, o addirittura ritrova in essi propri sentimenti o stati d’animo finora prudentemente tenuti nascosti dentro di sé. Bene ha fatto dunque Valeria, nei “ringraziamenti” finali, a precisare – come sempre si fa, ma in questo caso naturalmente con la sua solita simpatia – che “se qualcuno dei personaggi ha putacaso lo stesso nome di persone esistenti, o gli somiglia o vi ricorda qualcuno … bè, sappiate che si tratta davvero di pura coincidenza, ché la realtà a quanto pare è spesso capace di superare la fantasia…”L’ingrediente più gustoso e più utilizzato dalla “cuoca” Corciolani è comunque sempre quello dei “dialoghi” con i quali lei praticamente sostituisce quel poco di “azione” che ci si aspetterebbe di trovare in un thriller. Sono infatti sempre illuminanti, perché forniscono tutte le notizie mancanti per seguire ed ampliare la trama e per capire i caratteri stessi dei personaggi, e sono comunque sempre splendidi, perché quasi “filmati”, con la sapienza di un grande regista che “inquadra” sì, doverosamente, gli attori ma poi, in certi momenti topici, “zooma” per ingrandire un particolare significativo: un sopracciglio che si alza, una mano che gioca con un ciondolo, un ginocchio che si incastra in una poltrona o addirittura solo un “vassoio d’argento tanto lustro che i bicchieri sembrano fluttuare sul disco galattico di Proxima Centauri”. Questa “modalità film” usata dall’autrice proietta peraltro il lettore al centro della scena e gli consente di sentirsi “fisicamente” presente ai dialoghi, come se fosse ad una partita di tennis e girasse la testa per seguire la palla alternativamente colpita dai contendenti.Agli “ingredienti” di ottima qualità ed al loro “dosaggio” sapientemente modificato, la cuoca/scrittrice Valeria aggiunge infine le sue “spezie”. Quella assolutamente fondamentale è innanzitutto il “linguaggio” usato: personalissimo, agile e scorrevole, ricco di vocaboli e di riferimenti, magari astrusi e particolari, ma perfetti per evocare qualunque cosa la possa avvicinare ed accomunare al lettore: una canzone, un personaggio di un film o di un libro, una pubblicità televisiva … e tutto ciò la “umanizza” come autrice, perché il lettore – che, per stima e rispetto, tenderebbe a porre lo scrittore bravo su di una sorta di piedistallo – la sente invece simile a sé e vicinissima, ne diventa inevitabilmente “amico” e le si affida totalmente per sentire tutto quello che lei vuole raccontargli. Ma non è questa la sola “spezia” saportita che usa la Corciolani: lei mette dentro ai sui libri anche meravigliose “fotografie” (Chiavari di notte guardata da Rosset); piccole notazioni piene di “poesia” (sulla città che è una “strana parentesi di terra posata in bilico tra monti e mare” o sul naso delle persone che” porta nei luoghi e risveglia ricordi”); profonde “analisi psicologiche” (la solitudine di Alma e il suo “bisogno che le cadano le cataratte delle remore costrittive”), nonché addirittura cenni di “etologia animale”, quando descrive simpaticamente, in modo perfetto, il comportamento dei gatti che lei ama tanto. Insomma, nelle sue pagine c’è tutto, una goduria estrema per il “palato” di ogni lettore attento.In questo libro però, forse per la prima volta, sembra apparire qualche piccolo granellino “fuori posto”, perché alcune scene narrate non risultano strettamente finalizzate esclusivamente allo sviluppo della trama gialla, come era invece successo nei libri precedenti. Infatti, ad esempio, Rosset a un certo punto se ne va a visitare un Centro Commerciale e si mette inaspettatamente a battagliare per difendere la dignità dei dipendenti; oppure Alma per una volta sembra trascurare il suo ruolo di madre irreprensibile e si mette a riflettere sulla sua solitudine e sul desiderio di uscire dal “carapace” dei suoi obblighi. Forse quindi la Nemesi colpisce anche nelle opere letterarie e in questo libro vediamo dunque per la prima volta che gli stessi personaggi della Corciolani, ancorché da lei “creati” e forse proprio perché da lei resi così “vivi”, all’improvviso quasi sfuggono al suo controllo, le si rivoltano contro e reclamano, di fatto, una propria autonomia di sensazioni e di stati d’animo non completamente coerente con la trama che sono chiamati ad interpretare. Ovviamente però non c’è nessun errore dell’autrice e nessuna “insurrezione” dei protagonisti. E’ solo che inevitabilmente, ora più che mai, viene fuori la verità: la Corciolani non può essere, banalmente e riduttivamente, considerata solo una semplice “giallista”; lei è di fatto una splendida esponente di una “narrativa moderna” (se non addirittura “futura”) che tratta qualsiasi argomento la interessi e che, magari avvalendosi della “scusa” di scrivere un thriller, racconta con simpatia ed ironia tutto quello che vuole, mescolando, con maestria e fuori da ogni schema rigoroso, sentimenti, sensazioni, ricordi, tristezze ed allegrie, delitti e felicità, amore e odio. Lei racconta ed il lettore la sta a “sentire”, affascinato e rapito, rattristandosi solo quando, dopo ore trascorse in piena serenità, si accorge che il libro è “irrimediabilmente” finito. In conclusione, sembra troppo poco dire che “A MALI ESTREMI” è “consigliatissimo”, perché in realtà dovrebbe essere proprio “prescritto” … dal medico di famiglia, per i suoi effetti benefici sulla “salute mentale” di ogni lettore.
terzo libro della saga del montanaro ispettore di polizia sceso ad operare sul mare. Sicuramente il più solido dei tre libri, i personaggi principali confermano le loro caratteristiche e si assiste all'ascesa di qualche nuovo elemento, tipo Sara Fabiani, collaboratrice dell'ispettore, che assume una maggiore importanza nello svolgimento della trama. Piacevolissimo il personaggio dell'Alfonsina un misto tra strega e fata dotata di una mente perspicace e elastica nonostante l'eta. Libro molto buono
(#copiaacquistata letta per il blog Babette Brown legge per voi)Continua questa serie gialla insolita e anomala: su uno sfondo umoristico un investigatore come non se ne sono mai visti (stavolta afflitto da una sindrome influenzale). In realtà forse il motivo giallo è più che altro un pretesto, soprattutto in questo volume, e il tono è prevalentemente filosofico-morale, con la messa in scena di molti motivi d’attualità. Più qualche sviluppo nuovo per quanto concerne la nostra Alma.
Si può sorridere leggendo un noir? Sì se protagonisti sono l'ispettore valdostano trapiantato in Liguria Jules Rosset (questa volta stordito dall'influenza) e Alma la "super" colf.E' il terzo libro che leggo di questa serie, forse quello più "sdolcinato" ma siamo vicini a Natale...La storia è ben strutturata, i personaggi accattivanti, le descrizioni pennellate indelebili.E' un giallo leggero e mai cupo, avvincente e sottilmente ironico.L'assenza di descrizioni truculente e di sangue nulla toglie al solido impianto narrativo.
decisamente Valeria Corciolani è una forza della natura! il suo stile è unico così brillante, vivace eppure profondo nell'analisi di ogni persona e sentimento. Ogni personaggio è un "caso" inquadrato geneticamente. L'ambientazione in Chiavari così colorita e dettagliata meriterebbe un encomio dall'ufficio del Turismo locale, per chi non segue passo passo una città nota, è un incentivo a visitarla. Da focalizzare come nei suoi "polizieschi" l'interesse a risolvere il crimine è secondario al simpatizzare con i personaggi ricorrenti.
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